Di Alice Riccardi*
L’Arteterapia – insieme alla Musicoterapia, alla Danzamovimentoterapia e alla Teatroterapia – fa parte delle terapie espressive, ossia quelle pratiche professionali di matrice artistica che possono avere finalità preventive o riabilitative, contribuire alla presa in carico e al trattamento di situazioni di disagio e fragilità e affiancare e integrare l’approccio clinico tradizionale. Attraverso la promozione delle risorse creative degli individui, dei gruppi e delle comunità, favoriscono il benessere personale e sociale a tutte le età e nelle diverse tappe evolutive della vita.
Attraverso l’arte e la creatività, le artiterapie offrono un canale supplementare e alternativo al verbale, essendo in grado di convogliare non solo una comunicazione di significato, improntata sul che cosa vogliamo dire, ma anche di senso, ossia sull’insieme delle emozioni e dei sentimenti che permeano il nostro messaggio.
Nell’arteterapia, il linguaggio principale usato è quello dell’arte grafico-plastico-pittorica e visiva. Attraverso il processo creativo, la produzione artistica e l’uso libero e spontaneo dei materiali artistici, l’arteterapia promuove il recupero e lo sviluppo del nucleo creativo dell’individuo, sul piano psicosociale, cognitivo e affettivo e, di conseguenza, delle sue capacità comunicative e relazionali, favorendo autentiche forme di contatto e di relazione con sé stessi e con gli altri.
Gli elementi chiave dell’esperienza in Arteterapia
L’arteterapia si basa su diversi elementi che insieme concorrono a far emergere e germogliare l’esperienza soggettiva e il potenziale intersoggettivo di ogni persona, così come a dare forma al mondo interno in modo concreto e tangibile, a offrire spazio di pensabilità e di senso al non detto, a convertire il passato in storia, assumendo punti di vista e lenti di osservazione differenti e alternativi e a comprendere e ridefinire con maggiore consapevolezza le esperienze vissute e i ricordi:
- lo spazio fisico dell’atelier: è un ambiente protetto, strutturato, identificabile visivamente, circoscritto, contenuto dal punto di vista sensoriale, neutro e confortevole. Diventa territorio del Sé, spazio mentale e luogo dell’esperienza, una cornice contenitiva che accoglie, agevola, evoca e motiva, uno spazio chiarificatore che, eliminando le parti distraenti, permette agli apprendimenti di affiorare, al gesto di ritrovare la sua spontaneità e alle parti creative di fluire liberamente;
- il tempo: rappresenta la cornice dell’esperienza interiore radicata nel “qui e ora”; la sua costanza, prevedibilità e ritualità consentono di acquisire, elaborare e interiorizzare nuove informazioni con maggiore sicurezza;
- i media artistici: sono strumenti concreti e generatori motivazionali che, grazie alle loro specifiche proprietà e attraverso il fare artistico, stimolano scoperte e sperimentazioni polisensoriali, richiamando a livello implicito il bisogno ancestrale di ogni essere umano di giocare e creare con la materia;
- il processo creativo: attraverso di esso, il gesto e la traccia, elevati ad azione, testimoniano la presenza, il pensiero e la volontà di ogni essere umano di sentirsi, ancora e nonostante tutto,protagonista e ancora in grado di scegliere e di agire in modo attivo e trasformativo;
- l’Arteterapeuta: in qualità di caregiver, supporta e accompagna la persona in questo percorso, con attenzione ed empatia;
- il gruppo (quando presente): è territorio della relazione, dell’appartenenza e della prossimità e il contesto in cui i partecipanti possono rispecchiarsi l’uno nell’altro, sentirsi riconosciuti e trovare conferme e gratificazioni.
Come afferma e sottolinea Edith Kramer (1977), fondatrice del metodo “Arte come Terapia, “l’arte serve come modello di funzionamento dell’Io: diventa una zona franca in cui è possibile esprimere e saggiare nuovi atteggiamenti e risposte emotive, anche prima che queste modificazioni abbiano luogo a livello della vita quotidiana”.
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* Arteterapeuta Clinica, esperta di laboratori esperienziali ArtLab, formatrice e educatrice professionale socio-pedagogica. Lavora presso il Polo Autismo e il centro clinico Prometeo di Spazio Aperto Servizi. Come arteterapeuta clinica ha maturato particolare esperienza nell’ambito dello spettro autistico, della disabilità, del disagio psichico e delle malattie neurodegenerative.